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Il Naviglio Grande è un canale navigabile situato in Lombardia e nasce attingendo l’acqua dal Ticino, nei pressi di Tornavento fino a raggiungere la darsena di Porta Ticinese a Milano. Il tracciato del canale misura 34 metri di dislivello totale e si snoda per 50 km. Nei primi tratti, da Tornavento ad Abbiategrasso, il Naviglio assume una larghezza che varia dai 22 ai 50 metri, mentre nel tratto terminale, da Abbiategrasso alla darsena, si restringe a 15/12 metri. Attualmente l’origine effettiva del Naviglio Grande è situata a Turbigo, dove un sistema di canalizzazione conduce parte delle acque del Ticino all’interno dell’alveo posto di fronte alla centrale idroelettrica Castelli, da cui ha inizio il flusso di discesa dell’acqua del Naviglio verso Milano per un totale di 43 km.

L’origine storica del canale viene fatta risalire al XII secolo, quando il genovese Guitelmo da Guintellino, architetto al servizio del comune di Milano, progettò e fece realizzare tra il 1156 e il 1158 un fossato di difesa attorno alla città di Milano allo scopo di difendere la popolazione dalle ripetute incursioni del Barbarossa. In realtà tale fossato difensivo doveva attingere acqua, secondo le ipotesi, dal “Ticinello”, ovvero da un altro canale irriguo realizzato precedentemente a partire da Tornavento fino ad Abbiategrasso. Il Ticinello, dunque, dovrebbe solcare il nostro territorio a partire da un’epoca risalente a prima del 1156. Nel corso dei primi anni del Novecento, questo fossato difensivo venne coperto e attualmente percorre all’incirca il tratto solcato dalla cosiddetta “circonvallazione interna”. I documenti del Duecento ci narrano che al termine dell’emergenza bellica, il “Ticinello” venne esteso da Abbiategrasso in direzione di Milano. Deve essere da quest’opera che ebbe origine quello che nei documenti viene definito “navigium de Gazano”, riferendosi alla località di Gaggiano (a  metà strada tra Milano e Abbiategrasso) attraversata anch’essa dalla direttrice dello scavo. Sull’epoca in cui tale ampliamento ebbe inizio, le cronache offrono datazioni che oscillano tra il 1177 e il 1179. Vi sono invece delle certezze riguardo all’anno in cui lo scavo raggiunse Trezzano sul Naviglio (1187) e le porte di Milano nei pressi di Sant’Eustorgio (1211). Nell’arco, dunque, di un trentennio venne completato il tratto Abbiategrasso-Milano, di circa 20 km. Lo scopo di tale ampliamento fu prettamente irriguo e il Naviglio non possedeva ancora un fossato in grado di sostenere la navigazione. I lavori di ampliamento del canale e del fondale iniziarono nel 1257 in seguito alla richiesta dell’allora podestà di Milano Beno de’ Gozzadini. Nel 1272 un gruppo di barche solcò le acque del tratto Abbiategrasso-Milano, contribuendo a dare inizio alla effettiva navigazione del canale. Tuttavia non era ancora messo in opera il collegamento tra il Naviglio di Gaggiano e il Naviglio difensivo scavato nel XII secolo da Guitelmo da Guintellino; tale connessione verrà attivata solo a partire dalla fine del Trecento in seguito alla necessità per la Fabbrica del Duomo di trasportare il Marmo di Candoglia dalla cava originaria fino a Piazza Duomo per la realizzazione della Cattedrale. In epoche successive il Naviglio venne utilizzato principalmente come via di comunicazione per merci e persone attraverso i “barconi”, grosse barche destinate a trasportare ogni tipo di bene sia dal Lago Maggiore verso Milano, che viceversa. Tale attività è continuata fino al 31 marzo del 1979, giorno in cui attraccò alla darsena milanese l’ultimo carico di merci ad opera di un barcone.

Oggi questo canale dalla storia plurisecolare è fra le risorse naturalistiche più belle che la storia ci abbia restituito ed assolve a funzioni prevalentemente turistiche ed agricole.

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